Archivi categoria: Musica

” Moro Lasso ” ( Gesualdo ) e Halloween: la bellezza dell’oscurità

 

 La riscoperta di questo madrigale "oscuro", pieno di dissonanze, in sé estremamente "moderno" nella composizione e nella resa è a dir poco folgorante.

Ha la stessa bellezza delle rime petrose di Dante, la stessa sapienza formale del poetare di Tasso.

Probabilmente Halloween (nella sua versione degradata di oggi) è un modo commerciale per scoprire ciò che è presente anche qui come in tanta parte della produzione musicale e letteraria di ogni tempo, e che precede Halloween (nella sua forma storica e "nobile") e la produzione dell’uomo: la bellezza dell’oscurità.

 

 

 

Citazione

YouTube – The Deller Consort " Moro Lasso " ( Gesualdo )
  

 

 

Qui in una versione per poche voci ma intense, in cui è più facile cogliere la polifonia nelle sue trame in filigrana.

Il testo non è granché:

"Moro, lasso, al mio duolo,
E chi può dar mi vita,
Ahi, che m’ancide e non vuol darmi aita!
O dolorosa sorte,
Chi dar vita mi può,
Ahi, mi dà morte!"

… ma ciò che importa qui è la musica!

 

 


– Gustav Mahler – “Ich bin der Welt abhanden gekommen” (Rückert) – Fischer…


Bernstein e Mahler

 
Bernstein prova Mahler con i Wiener Philharmoniker.
 
 
E’ un direttore affine all’autore che dirige, sa esattamente cosa richiede lo spartito, ha un’idea molto precisa, benché difficilissima da raggiungere, del suono e dell’impasto sonoro, e trova una compagine in grado di dargli quello che desidera. A tratti esclama estasiato "ecco il suono di Mahler", che per un direttore dev’essere qualcosa di incredibilmente gratificante ed emozionante.
E’ allo stesso tempo un Ebreo alle prese con un autore Ebreo a sua volta (convertitosi al cristianesimo solo per poter a rigor di legge dirigere i Wiener Philharmoniker a inizio Novecento) bandito per un periodo perché considerato da Hitler autore di musica degenerata; si trova a lavorare con un’orchestra che è al contempo la discendente dell’orchestra che Mahler aveva in mente quando scriveva, e una delle orchestre più conservatrici della storia, nata e sviluppatasi in una città che resta uno dei più biechi luoghi del nazismo.
Ce n’è abbastanza per farsi venire la pelle d’oca al solo pensiero. Ma la musica distilla tutto, e stempera ogni cosa in pura Bellezza.
Probabilmente senza il dolore il Mahler di Bernstein coi Wiener Philharmoniker non sarebbe quello che è, cioè di gran lunga quello più convincente, doloroso, brillante. Ho già parlato in precedenza di questo connubio, ho già parlato dl fatto che Bernstein tra il serio e il faceto si riferiva ai WP come "my favourite nazi orchestra".
 
 
Aggiungo un elemento in più, che peraltro non è affatto originale, ma che è del tutto pertinente: vi è tutta la capacità artigiana, la conoscenza della materia (in quest caso del suono come materia), il gusto decadente (in senso più positivo possibile, ammesso ve ne sia uno) che brilla nei colori e nelle forme di Gustav Klimt, o nelle parole di Arthur Schnitzler.
 
La Quinta
 
 
 
 
 
 
—-
 
 
 
 
L’ultima sinfonia completata da Mahler si spegne con dolorosa accettazione della propria fine:
 
 
 
 
Bernstein a proposito dei Wiener:
 
 
 
Bellissime anche: l’esecuzione dell’Adagietto della Quinta Sinfonia, spempre di Mahler 
 
 
——————————————————————————-
 
Nove modi di dire addio: sempre Bernstein con i Wiener
 
 
 
——————————————————————————-
 
Qui:
 
 
da grande divulgatore quale fu, spiega al pianoforte la Sinfonia 40 di Mozart così come la andrà ad eseguire con la Boston Symphony.
 
 
 
 

Vogel als Prophet

 
 
Di questo pezzo mi piace l’imitazione ideale di un canto di uccello, la cui sacralità in quanto elemento della natura viene esaltata dal corale omoritmico nella parte centrale. Il corale fiorisce dal canto della natura idealizzato in senso romantico.
Ma fiorisce spezzandolo in modo improvviso, e spezzandosi a sua volta dà vita di nuovo al canto iniziale. I due temi contrastano tra loro, non vengono sviluppati, e sono un mirabile esempio della dialettica Hegeliana in cui la sintesi è la tesi tale e quale, arricchita solo dell’esperienza dell’antitesi, a cui rimane impermeabile. Il pezzo termina in sospeso. In poche righe c’è tutto un mondo.
Un altro elemento che mi piace è il controcanto del tema A, vagamente discorsivo e dissonante, quasi che ogni forma di razionalizzazione della natura andasse a inficiarne la bellezza e la purezza.
 
 

Guitalian Quartet, w i maestri

 
 
Amo questi chitarristi. In loro c’è sapienza interpretativa, sensibilità, tecnica, classe. Gioia di suonare iniseme.
Ma con loro quattro non riesco ad essere obiettivo…
 
Qui in un brano di Sollima
 
 
… spiegato in parte da Claudio Marcotulli qui:
 
 
 
 
 
Qui in Carmen:
 
 
 
 
 
 
 
Qui nella composizione di un autore cubano:
 
 
 
Primavera Portena di Piazzolla suona particolarmente efficace per 4 chitarre (come queste):
 
 
 
 
Grazie maestri (lacrimuccia)
 
 
 
 

un chitarrista interessante


Documentario su Celibidache e balletti

 
Quando un grande poeta parla con passione , lavora con passione. Si sporca le mani con la materia musicale. Vive sulla pelle e nel cuore ogni momento.
 
 
 
La spiritualità e il carisma di quest’uomo negli ultimi anni sono una testimonianza straordinaria di cosa significhi servire la Musica ("FATE CIO’ CHE VI PIACE, e valutate se questo afflato d’individualsmo sia o meno compatibile col servire la Musica"). Come striglia i violini per impedire loro di rovinare il "gioco di squadra"…  
 
 
 
Una chicca: l’Ode alla Gioia!
 
 
 
 
 
Un altro assaggio delle leggendarie prove con i Berliner Philharmoniker molti anni dopo averli lasciati.
 
 
e il finale dello stesso evento, ma in concerto
 
 
 
 
 
Le Sacre du printemps 
 
I controtempi, gli incastri ritmici, le sferzate del pezzo più fragoroso della storia della musica. Le pause violente, il pulsare. Tutto reso alla grande. Resta la curiosità di come potesse essere la versione di Diaghilev e il Ballet Russe. La cosa che mi colpì maggiormente della Sagra della Primavera all’ascolto dal vivo (BBC Symphony Orchestra diretta da Boulez, grande organico, grande direttore) fu l’orgia di suono. Ci vuole grande sforzo d’immaginazione per pensare il pubblico potesse coprire la musica con le proteste, come accadde alla prima rappresentazione.
 
 
 
 
 
 
Prélude à l’après-midi d’un faune
 
 
 
 

Mendelssohn originale ?

 
Trovata testimonianza di una versione "originale" del concerto per violino di Mendelssohn:
 
 
il grande Daniel Harding dirige un’orchestra nordica ma infuocatissima!
 
 

Part e il Sopravvissuto di Varsavia di Shoenberg – Shema Yisroel

 
 
Arvo Part: Fratres, qui per violino e pianoforte col solito Repin a dispensare poesia e far brillare la scrittura "minimalista" ma piena di poesia del compositore venuto dall’Est.
 
 
 
 
Ma oggi voglio parlare anche e soprattutto d’altro. Schoenberg non dimenticò, come avrebbe potuto?
Abbiamo bisogno di lui, della sua musica, per ricordare. Questa versione del Sopravvissuto di Varsavia op.46, insieme ad un’altra molto bella diretta da Boulez con un’illustre orchestra inglese mi è parsa efficace e magnifica. Segnalo anche una versione discografica di Giuseppe Sinopoli con la Staatskapelle di Dresda, ma di cui non ho trovato traccia su youtube. Ce n’è fortunatamente traccia per fortuna sul mio confuso scaffale dei dischi.
 
Comunque, qui c’è la versione narrata-cantata da Hermann Prey con i Bamberger Symphoniker diretti da Horst Stein, dal vivo:
 
 
qui quella di Boulez con Orchestra e coro della BBC, praticamente solo audio:
 
 
 
Il testo:
 
A Survivor from Warsaw op. 46
Text by Arnold Schönberg

I cannot remember ev’rything.
I must have been unconscious most of the time.
I remember only the grandiose moment
when they all strated to sing as if prearranged,
the old prayer they had neglected for so many years
the forgotten creed!

But I have no recollection how I got underground
to live in the sewers of Warsaw for so long a time.

The day began as usual: Reveille when it still was dark.
Get out! Whether you slept or whether worries kept you awake the whole night.
You had been separated from your children, from your wife, from your parents;
you don’t know what happened to them how could you sleep?

The trumpets again –
Get out! The sergeant will be furious!
They came out; some very slow: the old ones, the sick ones;
some with nervous agility.
They fear the sergeant. They hurry as much as they can.

In vain! Much too much noise; much too much commotion – and not fast enough!
The Feldwebel shouts: »Achtung! Stilljestanden! Na wirds mal? Oder soll ich mit dem Jewehrkolben nachhelfen? Na jutt; wenn ihrs durchaus haben wollt!«

The sergeant and his subordinates hit everybody:
young or old, quiet or nervous, guilty or innocent.
It was painful to hear them groaning and moaning.

I heard it though I had been hit very hard,
so hard that I could not help falling down.
We all on the ground who could not stand up were then beaten over the head.

I must have been unconscious. The next thing I knew was a soldier saying:
»They are all dead«,
whereupon the sergeant ordered to do away with us.
There I lay aside halfconscious.
It had become very still – fear and pain.

Then I heard the sergeant shouting: »Abzählen!«
They started slowly and irregularly: one, two, three, four
»Achtung!« the sergeant shouted again,
»Rascher! Nochmal von vorn anfangen!

In einer Minute will ich wissen,
wieviele ich zur Gaskammer abliefere!
Abzählen!»

They began again, first slowly: one, two, three, four,
became faster and faster, so fast
that it finally sounded like a stampede of wild horses,
and all of a sudden, in the middle of it,
they began singing the Sema’ Yisroel.

[Shema Yisroel – Prayer]

 
————————————————–
 
La preghiera
Shema Yisroel

Shema Yisrael Adonai Eloheinu Adonai Echad.

 

The literal word meanings are roughly as follows:

Shema — listen, or hear (according to the Targum, accept)
Yisrael — Israel, in the sense of the people or congregation of Israel
Adonai — often translated as "Lord", it is read in place of the Tetragrammaton
Eloheinu — our God, the word "El" or "Elohei" signifying God (see also: Elohim), and the plural possessive determiner suffix "nu" or "einu" signifying "our"
Echad — the Hebrew word for the number 1
In common with other ancient languages, connective words such as "is", and conventions regarding punctuation, are usually implied rather than stated as they would be in modern English.

This first verse of the Shema relates to the kingship of God. The first verse, "Hear, O Israel: the Lord our God is one Lord," has ever been regarded as the confession of belief in the One God. Due to the ambiguities of the Hebrew language there are multiple ways of translating the Shema:

"Hear, O Israel! The LORD is our God! The LORD is One!" and,
"Hear, O Israel! The LORD is our God — the LORD alone."
Many commentaries have been written about the subtle differences between the translations. There is an emphasis on the oneness of God and on the sole worship of God by Israel. There are other translations, though most retain one or the other emphases.

 
 
 
 
 
 

Das Rheingold e altro

 
 
L’Oro del Reno.
 
La prima scena diretta dall’immenso Furtwangler a Roma nel 1953. Sembra incredibile, ma penso sia l’orchestra della RAI dell’epoca. Una cosa strabiliante per un’orchestra italiana, triste a dirsi. speriamo di tornare un giorno agli antichi fasti.
 
 
 
Sempre la prima scena, molto più moderna, diretta da Pappano. A proposito, speriamo che grazie ad una direzione stabile come la sua in Italia tornino gli antichi fasti di cui si parlava poco sopra. Qui le tre Figlie del Reno Woglinde, Wellgunde e Flosshilde sono veramente molto belle, diciamo che hanno "le physique du role"!
 
 
 
Una versione grottesca … anche nel senso di "cavernosa" (ahahah) della scena sottoterra. Ah, Karajan…
 
 
 
 
Poi il finale. Smagliante. Qui nella versione di Boulez a Bayreuth, fine anni’70. L’ho trovata molto efficace, anche come messa in scena.
 
 
 
 
—————————————————————————–
 
Altro dal Ring:
 
Una delle migliori versioni dal vivo della Cavalcata delle Valchirie…
 
 
Finale del Crepuscolo degli dei…
 
 
 
Una lunga inesorabile cavalcata dalla caduta dello stato di grazia primigenio alla ricerca del potere scevro dall’amore, fino alla caduta degli dei… Il Ring, che monumento…