Bernstein e Mahler

 
Bernstein prova Mahler con i Wiener Philharmoniker.
 
 
E’ un direttore affine all’autore che dirige, sa esattamente cosa richiede lo spartito, ha un’idea molto precisa, benché difficilissima da raggiungere, del suono e dell’impasto sonoro, e trova una compagine in grado di dargli quello che desidera. A tratti esclama estasiato "ecco il suono di Mahler", che per un direttore dev’essere qualcosa di incredibilmente gratificante ed emozionante.
E’ allo stesso tempo un Ebreo alle prese con un autore Ebreo a sua volta (convertitosi al cristianesimo solo per poter a rigor di legge dirigere i Wiener Philharmoniker a inizio Novecento) bandito per un periodo perché considerato da Hitler autore di musica degenerata; si trova a lavorare con un’orchestra che è al contempo la discendente dell’orchestra che Mahler aveva in mente quando scriveva, e una delle orchestre più conservatrici della storia, nata e sviluppatasi in una città che resta uno dei più biechi luoghi del nazismo.
Ce n’è abbastanza per farsi venire la pelle d’oca al solo pensiero. Ma la musica distilla tutto, e stempera ogni cosa in pura Bellezza.
Probabilmente senza il dolore il Mahler di Bernstein coi Wiener Philharmoniker non sarebbe quello che è, cioè di gran lunga quello più convincente, doloroso, brillante. Ho già parlato in precedenza di questo connubio, ho già parlato dl fatto che Bernstein tra il serio e il faceto si riferiva ai WP come "my favourite nazi orchestra".
 
 
Aggiungo un elemento in più, che peraltro non è affatto originale, ma che è del tutto pertinente: vi è tutta la capacità artigiana, la conoscenza della materia (in quest caso del suono come materia), il gusto decadente (in senso più positivo possibile, ammesso ve ne sia uno) che brilla nei colori e nelle forme di Gustav Klimt, o nelle parole di Arthur Schnitzler.
 
La Quinta
 
 
 
 
 
 
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L’ultima sinfonia completata da Mahler si spegne con dolorosa accettazione della propria fine:
 
 
 
 
Bernstein a proposito dei Wiener:
 
 
 
Bellissime anche: l’esecuzione dell’Adagietto della Quinta Sinfonia, spempre di Mahler 
 
 
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Nove modi di dire addio: sempre Bernstein con i Wiener
 
 
 
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Qui:
 
 
da grande divulgatore quale fu, spiega al pianoforte la Sinfonia 40 di Mozart così come la andrà ad eseguire con la Boston Symphony.
 
 
 
 

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