Archivi del mese: ottobre 2007

Monsieur le traducteur! S’il vous plait—

 
Se infarcita di troppe note a margine, a pié di pagina, di troppe glosse, la lettura perde la propria scorrevolezza. E’ quel che succede nell’edizione che ho preso a botta sicura del Parroco di Tours di Balzac.
Il traduttore è talmente accurato (e sopra le righe) da giustificare in modo fin troppo meticoloso le scelte, anche in funzione di tesi e letture critiche peraltro molto rigorose.
Risultato, nel bel mezzo di una descrizione o di una consueta "tirata" balzachiana mi devo fermare più volte a vedere che cavolo mi deve dire il traduttore.
 
Così è come un pezzo musicale in cui siano rimasti solo gli abbellimenti, un quadro in cui rimanga solo la cornice.
 
 
 
Però mi pare paradigmatico della società attuale. Per lavorare servono sempre maggiori titoli, perdendo di vista le competenze veramente necessarie. Per fare lo stewart si studia la portanza dell’aereo senza sapere come si serve il caffè o si sorride ai passeggeri. Così il lavoro perde qualità e si precarizza, magari a fronte di un nome di professione altisonante; e gli stewart (oh yes!) ti si rivolgono al grido di "aho! che vvoi pure er cafè?".
 
Aridatece Balzac nudo e crudo, e degli inservienti di cabina che sappiano fare il loro sporco mestiere.
 
 
 
 

Still not smoking aren’t I?

 
Non l’avrei mai detto, ma è così, finché dura…
 
A proposito di salute, ho finalmente trovato Tous les Matins du Monde!
E stasera c’è La Sottile Linea Rossa, un film pieno di poesia.
 
Tous les Matins du Monde dev’essere un film uscito intorno al 1991.
L’ho conosciuto ascoltandone la colonna sonora che è un capolavoro, e solo successivamente mi sono interessato al film di cui questa colonna sonora era il commento.
 
 
 
 
Nella scheda della recensione lo paragonano alla natura morta "le Dessert de Gaufrettes" di Lubin Baugin… Intanto vediamoci questo dessert de gaufrettes, che è quasi astratto!
 
 

 
 
La Sottile Linea Rossa è del ’98. Se penso che sono passati 9 anni mi vien da piangere.
Il tempo non è sempre astratto, ma a volte mi appare in tutta la sua concretezza capperi!
 
 
 
 
 
 
 
 

COMPLIMENTI SIGNORA LESSING!

 
 
Complimenti signora Lessing,
 
non credo il Nobel La ingentilisca, ma ci piace così (nell’animo).
Certo, sorrido all’idea di come L’avessi idealizzata alla lettura di "The Fifth Child".
 
La Sua immagine al tg me L’ha restituita in tutta la sua ruspante bruttezza, ma mi ha conservato l’idea della Sua personalità debordante. Solo io potevo essere così ingenuo da credere che potesse essere anche bella; nessuno chiede al Suo connazionale Salman Rushdie di essere una bella femmina; nessuno chiede alla Zeta Jones di comporre pagine immortali, ma che ci vuol fare, l’autosuggestione a volte ci porta ad oltrapassare insospettabili limiti di razionalità e british common sense.
 
Se fossi in lei sputerei sdegnata su questa servile patacca che le tributo,
ma fortunatamente se per uno strano scherzo del Destino dovesse uscire da questo rivolo virtuale mi consola l’idea che la cestinerà o la userà per avvolgerci carciofi e cipolle, conferendole in quest’ultima ipotesi un’utilità del tutto sproporzionata.
 
Il suo servile LG
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

I 7 nani e il Lonfo

 

 

Trovo che i Sette Nani in italiano siano paricolarmente efficaci!

Sembra uno scherzo, ma lo trovo uno dei più alti esempi di traduzione… 

 

 

I nomi dei Sette Nani

 

 

Italiano

Inglese

Francese

Spagnolo

Brontolo

Grumpy

Grincheunx

Gruñón

Dotto

Doc

Prof

Doc

Cucciolo

Dopey

Simplex

Mudo

Eolo

Sneezy

Atchoum

Bufón

Pisolo

Sleepy

Dormeur

Dormilón

Gongolo

Happy

Joyeux

Félix

Mammolo

Bashful

Timide

Tímido

 

 

Invece questo è un esempio di ciò che è intraducibile:

 

Il lonfo

Il lonfo non vaterca né gluisce e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce a bisce
sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta.
È frusco il lonfo! È pieno di lupigna,
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e t’arrupigna,
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio lonfo ammaregelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t’alloppa, ti sbarnecchia; e tu l’accazzi.

[fosco maraini, 1994, gnòsi delle fànfole baldini & castoldi]

 

 

Grazie a chi ha condiviso con me queste stranezze nel tempo.