Addio Alda

 
"Il sogno spesso si alza e cammina sopra la mia testa come un elfo, un piccolissimo elfo che mi disturba ma che mi fa anche divertire. Quanti sogni ho fatto! Qualche volta ci ho visto dentro un lumino magico, qualche altra volta erano sogni pesanti come pietre che ti venivano poste al centro del cuore. Ma io questi sogni li ho accettati tutti: le figure mi piacciono, vengano o non vengano dall’inconscio. Se venivano dall’inconscio, ne cercavo l’origine. Erano comunque sogni stupendi, pieni di colore, sogni che ti dicevano: "dai alzati! La vita è bella; è come ce la insegna la natura, è sempre al di fuori della tua angoscia". E allora mi levavo a sedere sul letto e i sogni scomparivano, e entrava l’aria pura del mattino e il mio corpo era una statua bellissima, la statua di un guerriero pronto a combattere e e battersi per la propria giornata".
 
(…)
 
"In nome della povertà si consumano molti delitti. Il povero è invadente e fa cose inverosimili. Il povero si insinua sotto le lenzuola altrui. Un giorno un medico mi ha detto: – Ma perché lei ha fatto quattro figli? – Gli ho risposto: – Perché mi venivano bene e perché avevo tempo da perdere.
-Beata lei, ma poi li ha affidati all’assistenza pubblica.
Allora gli ho detto che aveva ragione e che li avevo fatti per defraudare lo stato. Il medico ci ha creduto e mi ha incenerito con lo sguardo. Avrei voluto dirgli che lo stato mi aveva plagiato e non mi aveva curato e che avevo dovuto praticamente regalarmi a persone indecenti che avevano speculato persino sulle mie forze creatrici: non dissi niente. Quando portavo i miei figli al brefotrofio perché dovevo consegnarmi ai manicomi pubblici non piangevo nemmeno: dovevo farlo perché ero povera. Così li consegnavo".
 
Alda Merini, Delirio Amoroso, il melangolo
 
 
Si è spenta una delle anime poetiche più pure del nostro tempo. Oggi è il giorno dei Morti, e un saluto va anche a lei.
 

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